Commento alla presentazione IRISINA a cura del Dr. Matteo Munari
L’attività fisica è un aspetto cruciale della vita umana, come suggerisce l’evoluzione teoria che collega le attività fisiche basali alla sopravvivenza [1,2]. Prove convincenti degli ultimi decenni dimostrano che l’esercizio fisico protegge da condizioni degenerative come quelle atrofia muscolare [3], osteoporosi [4], morbo di Alzheimer (AD) e morbo di Parkinson (PD) [5], oltre a rallentare la loro progressione negli individui a cui è già stata diagnosticata. L’esercizio è stato anche collegato al miglioramento della crescita e del rinnovamento dei tessuti nell’aspetto rigenerativo, come l’aumento della miogenesi [6] e dell’osteogenesi [7], nonché una migliore neurogenesi [8], che può ulteriormente contribuire alla salute generale e a mitigare il rischio di malattie degenerative.
Gli effettori molecolari coinvolti nei benefici legati all’esercizio fisico sono stati identificati tecniche molecolari avanzate.
Nel 2012, la proteina 5 contenente il dominio della fibronectina (FNDC5), una proteina transmembrana sottovalutata, è stata scoperta come precursore dell’irisina, una miochina principalmente espresso nel muscolo scheletrico durante l’esercizio [9]. Promuove l’imbrunimento degli adipociti bianchi e attiva la termogenesi in risposta a stimoli meccanici come l’esercizio fisico, in seguito alla sovraregolazione del recettore del coattivatore 1-alfa del PPARgamma (PGC-1α) [9]. Dalla scoperta rivoluzionaria dell’irisina, gli scienziati ne sono rimasti affascinati da questa “corsa all’oro”, come testimonia un costante aumento annuale del numero di pubblicazioni su questo argomento, con oltre migliaia di studi pubblicati fino ad oggi.
Primariamente l’Irisina ha raccolto una significativa attenzione da parte della ricerca per il suo ruolo nella regolazione del metabolismo energetico e disturbi metabolici come l’obesità e il diabete mellito, che sono strettamente collegati ai livelli di attività fisica . La capacità dell’irisina di indurre effetti positivi dell’esercizio fisico a livello molecolare ha stimolato ulteriori indagini sui suoi ruoli patobiologici, significato clinico e potenziale terapeutico in varie malattie, che comprendono non solo disturbi metabolici ma anche condizioni degenerative.
L’attività fisica può innescare un’ampia gamma di meccano-sensizioni e trasduzioni adattive risposte, con conseguente biogenesi per la rigenerazione dei tessuti e la soppressione di processi degenerativi. Anche se alcuni individui potrebbero non essere in grado di partecipare all’esercizio fisico, potrebbero ancora ottenere benefici da biomolecole che ne imitano gli effetti, come l’Irisina. Infatti, L’irisina ha mostrato un potenziale sostanziale come agente curativo per i disturbi degenerativi e svolge numerose funzioni nella regolazione della rigenerazione dei tessuti. In particolare, il rimangono principalmente i meccanismi meccanosensibili che danno origine a tale imitazione dell’esercizio.
Oltre a funzionare come un agente antinfiammatorio e anti-apoptotico, l’Irisina coordina le attività di varie cellule tipi coinvolti in processi quali la proliferazione, la differenziazione e l’apoptosi nei tessuti danneggiati tra cui quello adiposo, epatico, cardiovascolare, muscolare, osseo e cerebrale. Tuttavia, considerando la natura complessa della rigenerazione dei tessuti, esplorando i ruoli dell’irisina nel processo complesso richiederà un approccio multidisciplinare.
Mentre esploriamo i segreti del funzionamento interno del corpo umano, è essenziale farlo considerare Irisina nel quadro “l’esercizio è medicina”, aprendo nuove possibilità per la sanità pubblica.